È in una repubblica autonoma italiana che nel 1500 prende avvio una rivoluzione. Tra le peculiarità, un governo autonomo, una bandiera, coltivazioni speciali come quelle del tabacco.
Sorta per un errore cartografico nel 1441 al confine tra Umbria e Toscana. Poiché una piccola striscia di terreno non fu inclusa nel trattato che delimitava le frontiere, i residenti ne approfittarono per dichiarare di non essere sottomessi ad alcuna autorità. Cospaia era una repubblica governata dai suoi stessi abitanti, riuniti sotto il motto “Perpetua et firma libertas”. Il Papa Eugenio IV cedette il territorio di Sansepolcro alla Repubblica di Firenze, e gli abitanti crearono un’indipendenza unica in Italia: non avevano obblighi tributari né con lo Stato Pontificio né con il Granducato di Toscana, le merci transitavano nel territorio senza essere soggette a dazi. Gli abitanti erano tutti detentori della sovranità, non affidata a nessun organo di potere, se non un Consiglio degli Anziani e Capi famiglia. Non vi era né un esercito né carceri, e sventolava una bandiera ufficiale. Cospaia era ormai una zona franca e cuscinetto, estesa su 2 chilometri di lunghezza per circa 500 metri di larghezza.
Fu questa indipendenza a convincere i 250 abitanti – fra i primi nella penisola italiana – a incrementare dal 1570 la coltivazione del tabacco, anche grazie alle terre fertili. Ancora adesso alcune varietà di tabacco sono definite con il nome di cospaia.
Dopo le guerre napoleoniche, il 26 giugno 1826, con un atto di sottomissione da parte di quattordici rappresentanti della repubblica, la Repubblica di Cospaia fu divisa in due tra lo Stato della Chiesa e il Granducato di Toscana: ogni cospaiese, come “risarcimento”, ottenne una moneta d’argento e l’autorizzazione a continuare la tabacchicoltura, che proseguì anche grazie a finanziamenti di ricchi possidenti locali, estendendola a tutta la vallata. Oggi Cospaia è una frazione del comune di San Giustino, a Perugia.
Uno degli esempi di coltivazione è quella condotta dalla Compagnia Toscana Sigari, fondata nel 2015 proprio a Sansepolcro, che si estende per 32 ettari. Grazie a delle sperimentazioni, le coltivazioni avvengono su terreni specifici, con una sinergia tra la selezione delle sementi e la conoscenza delle caratteristiche di ogni appezzamento.