“Per me l’uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve”: il noto filosofo e scrittore Umberto Eco aveva le idee chiare sulla definizione della parola cultura, un termine che, ad oggi, trova nell’intelligenza artificiale il suo migliore amico e confidente quotidiano. Il motivo? L’AI è un terreno inesplorato ancora per molti e la stessa cultura risulta fondamentale per comprendere al meglio l’innovazione e applicarla day by day senza alcun timore ed esitazione. Il problema, però, è che secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, queste paure non vogliono proprio abbandonare i manager di tutto il mondo che non si sentono ancora pronti per utilizzare l’intelligenza artificiale generativa con continuità sul posto di lavoro, nonostante la grande crescita economica dell’asset prevista nel corso dei prossimi anni. Conferme in merito giungono in primis da Linkedin, secondo cui il mercato globale della Generative AI sfiorerà i 500 miliardi di euro entro i prossimi 8 anni (+2250% sul 2023) con un CAGR del 37% nel corso del periodo preso in analisi. Le previsioni stanno rendendo più ottimisti e aperti mentalmente i singoli investitori e dirigenti? Assolutamente no, infatti, stando a quanto indicato da Harvard Business Review, a livello globale solo il 15% degli stessi leader d’impresa sfrutta quotidianamente le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa all’interno dei singoli workplace. Restando sulla stessa lunghezza d’onda, Statista ha di recente realizzato un’indagine accurata, mettendo in risalto i settori che maggiormente faticano a esporsi e ad aprire le porte di casa alla cosiddetta generative artificial intelligence: al primo posto si piazza il mondo del retail (1°), seguito dall’ambito legal (2°), energetico (3°), la medicina (4°) e, come fanalino di coda della top 5, abbiamo il finance (5°).
Arrivati a questo punto, una domanda sorge in maniera del tutto immediata: qual è la ragione che allontana tuttora innumerevoli industrie e professionisti dalla tecnologia del momento? Secondo l’AI Accelerator Institute, per quasi un manager su due, è la mancanza di cultura o conoscenza dell’innovazione. E quindi, com’è possibile invertire il trend? Secondo gli esperti del settore, organizzando corsi o iniziative formative, realizzando contenuti digitali come podcast o demo da caricare su piattaforme ad hoc oppure strutturando eventi, sia da remoto sia in presenza, con tanto di workshop e seminari utili a ridurre la distanza tra i due estremi, il dirigente in carne ed ossa e la tecnologia, e fare in modo che diventi un’amica da conoscere sempre di più giorno dopo giorno piuttosto che un mostro da chiudere nell’armadio. Ulteriori indicazioni in merito giungono proprio da due esperti del settore, ovvero Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, che scendono in campo a supporto dei professionisti del Bel Paese attraverso l’organizzazione della Generative AI Week, un appuntamento gratuito e 100% da remoto in programma dal 18 al 22 novembre con l’obiettivo di fare cultura sulle potenzialità della Gen AI applicata all’interno delle principali industrie operative: “L’intelligenza artificiale generativa non è più una semplice curiosità tecnologica. Ora è uno strumento potente capace di trasformare a 360° ogni settore. A questo proposito, tutti i principali modelli e sistemi, senza dimenticare le piattaforme e i tool avveniristici, stanno dimostrando un immenso potenziale. Tuttavia, ogni qual volta che si ha a che fare con un grande potere, bisogna essere ancora più responsabili e consapevoli dell’innovazione che si ha tra le mani. La Generative AI Week, giunta alla sua seconda edizione, all’interno di questo contesto emerge in qualità di evento che vuole mettere al corrente manager, imprenditori e professionisti di tutti questi aspetti, acculturandoli e facendo loro vedere come utilizzare al meglio la Gen AI all’interno del loro contesto lavorativo grazie ad insegnamenti e lezioni teoriche offerte da speaker di fama internazionale”.
Fanno seguito alle parole di Fiore e Viscanti alcuni consigli pratici a supporto di manager e imprenditori per sfruttare al meglio l’intelligenza artificiale generativa nella propria quotidianità lavorativa. In primis, la Generative AI può essere utilizzata come “automatic report maker”, vale a dire come sistema capace di elaborare in maniera autonoma report precisi e dettagliati partendo da una grande mole di dati. Ma non è tutto perché la stessa tecnologia scende in campo in qualità di “email generator”, creando bozze di messaggi che i professionisti in carne ed ossa possono utilizzare in caso di necessità, o “brainstorming supporter”, generando in tempo reale durante le riunioni spunti e strategie creative favorevoli per la realizzazione dei progetti in fase di elaborazione. E ancora, la Gen AI risulta una perfetta “time optimizer” perché, partendo dalla lista di impegni settimanali della persona fisica, è in grado di strutturare agende meticolose, mettendo in risalto le priorità. Restando sulla stessa lunghezza d’onda, l’intelligenza artificiale generativa funge persino da “staff coach”: nello specifico, può realizzare dei contenuti didattici su misura per la formazione dei dipendenti come quiz o esercitazioni a seconda delle competenze da affinare. Per ultimo, ma non meno importante, la Gen AI risalta in qualità di “personal assistant”, impiegata per gestire le conversazioni scritte con i clienti e, di conseguenza, per rispondere sempre in maniera lucida e tempestiva alle loro richieste.